I fili biostimolanti sono stati impiegati con successo in medicina estetica da circa un decennio a questa parte. Fanno parte di un insieme più ampio di strumenti per il lifting non chirurgico, che spesso si definisce soft restoration. Questo tipo di trattamento ha un’efficacia non proprio di un lifting chirurgico, ma è decisamente meno invasivo in quanto ambulatoriale.
Dal momento in cui la tecnica della soft restoration si è affinata, i fili biostimolanti hanno iniziato a trovare spazio in modo sempre più ampio all’interno degli strumenti utilizzati in medicina estetica. Abbiamo creato quindi una piccola guida che puoi leggere per comprenderne il funzionamento, l’essenza e l’efficacia.
Cosa sono i fili biostimolanti
Si tratta di piccoli filamenti, dello spessore meno che millimetrico: i più spessi arrivano ad avere una circonferenza analoga a quella di un capello. Il materiale con cui sono realizzati, il Polidiossanone, li rende particolarmente adatti per la pratica medica. Infatti questo materiale è completamente anallergico, non provoca reazioni infiammatorie da parte dell’organismo né possibili rigetti, ma soprattutto viene riassorbito naturalmente dal nostro corpo.
Questi fili, così poco invasivi, sono molto utili per combattere i segni del tempo. Questo grazie alla loro doppia azione:
A livello fisico e meccanico, sono in grado di provocare il “tiraggio” delle zone in cui si manifesta un cedimento della cute. Questo permette, ad esempio, di utilizzarli per distendere le rughe;
Grazie alla risposta chimica che suscitano nell’organismo, invece, questi possono stimolare la produzione naturale di sostanze importanti per l’elasticità ed il tono della pelle. Tra queste, in particolare, elastina, collagene ed acido ialuronico. Per evitare incomprensioni, chiariamo meglio questo aspetto: i fili biostimolanti non veicolano direttamente queste sostanze a livello cutaneo; è il nostro corpo che reagisce alla presenza dei fili stimolandone la produzione.
L’applicazione dei fili porta il nostro corpo a creare anche nuovi piccoli vasi sanguigni intorno alla zona di applicazione. Questi sono un importante vettore di ossigeno e altre sostanze utili per le cellule adiacenti, che gioveranno ulteriormente di questa risposta dell’organismo manifestando un migliore aspetto.
Trattamento con fili biostimolanti
Il trattamento in cui possiamo inquadrare l’utilizzo dei fili biostimolanti, come accennavamo inizialmente, è quello del lifting non chirurgico. Questo viene effettuato normalmente utilizzando vari strumenti a disposizione del medico estetico di cui i fili in polidiossanone sono un esempio; tuttavia è possibile procedere anche soltanto alla loro applicazione senza effettuare ulteriori fasi del trattamento.
Per posizionarli a livello della cute del paziente, il medico fa uso di un piccolo ago: non viene praticata alcuna incisione ed i segni lasciati dall’ago sono minimi. In un tempo approssimativo di mezz’ora, anche in base alle esigenze specifiche della persona considerata, il trattamento è solitamente concluso.
In base al tipo di filo applicato è possibile:
- Garantire un riassorbimento più breve o più lungo;
- Mirare di più al risultato dell’azione meccanica o a quello della risposta dell’organismo;
- Adattare il filo alle specifiche caratteristiche fisiche e chimiche delle zone interessate.
Post trattamento
Nella fase successiva al trattamento non si dovrebbero avvertire particolari fastidi. Inoltre l’applicazione dei fili biostimolanti, con un lungo storico alle spalle, si è affermata come una tecnica priva di effetti collaterali gravi.
Semplicemente è facile notare un arrossamento della zona trattata e qualche piccolo segno lasciato dal microago. L’unica raccomandazione importante è quella di non esporsi al sole durante i giorni immediatamente successivi all’applicazione.